Personaggi di Mango
PERSONAGGI FAMOSI
Oreste Gallina (1898-1985), poeta e scrittore
Raoul Molinari (1935-2009), regista tv, giornalista
Giuseppe Fenoglio detto Beppe (Alba, 1 marzo 1922 – Torino, 18 febbraio 1963) è stato uno scrittore e partigiano italiano.
ORESTE GALLINA
Oreste Gallina di Felice e Secondina Montaldo nacque a Mango, nelle Langhe, il 24 gennaio 1898. Sì diplomò al Liceo classico di Alba e fu combattente col grado di ufficiale in zona di guerra nel 1918-19. Si iscrisse all’Università di Torino nel 1920 e si laureò nel luglio 1923, illustrando il poema del “Buen Amor” dell’arcipreste de Hita, poeta spagnolo del 1200. Nello stesso anno della Laurea iniziò la sua carriera scolastica presso la Scuola Complementare Regina Elena di Torino. Coniugatosi nel 1927, si iscrisse alla Facoltà di Farmacia che abbandonò nel 1929 con l’intenzione di riprendere l’insegnamento nelle scuole statali, ma sui suoi progetti pesava l’accusa di antifascismo. Ripiegò presso l’Istituto privato di Borgomanero dove insegnò Lettere negli anni 1930-31, con ore aggiunte alla Regia Scuola di Avviamento. Penalizzato dall’accusa di attività antifascista, dal 1931 al 1937 insegnò al Ginnasio pareggiato di Arona in qualità di supplente e di vincitore di regolare concorso. Richiamato più volte alle armi, fu in servizio con i gradi di capitano di complemento sul fronte francese, su quello jugoslavo con la divisione Macerata ed in Croazia nei giorni dello sbandamento dell’otto settembre 1943. Sfuggito alla cattura dei tedeschi raggiunse Mango a piedi e non si presentò ad alcun bando nazifascista, rinunciando ad insegnare. A partire dal 1943 collaborò col movimento partigiano e, catturato nel maggio 1944 dai nazifascisti, fu prigioniero nelle carceri di Canelli e poi di Asti. Dopo venti giorni di prigionia accettò di prestare giuramento alla Repubblica di Salò per evitare di essere internato in Germania, ma riprese i contatti con la Resistenza, collaborando con la formazione G.L. e partecipando così alla lotta di liberazione fino al 30 aprile 1945. Dopo un anno di aspettativa per motivi di famiglia nell’ottobre del 1946 riprese l’insegnamento presso la stessa scuola pareggiata di Arona dove, nel 1957, vinse il Concorso a Preside e rimase in attività fino al pensionamento avvenuto nel 1968. E’ considerato uno dei più importanti autori in piemontese; esordì nel 1929 pubblicando i versi dialettali “Freidolin-e”, ma la prima opera che lo fece conoscere al grande pubblico e ne decretò il successo poetico è la raccolta “Canta, Pero” del 1936. Non è Péro, scrive Gallina, il contadino che troppo spesso fu rappresentato in teatri cittadini sempre buffo con la faccia rubiconda e il ventre obeso, goffamente ingenuo, e con gli occhi in eterno luccicanti per gli effluvi del vino. Péro è il contadino delle Langhe: quella catena principale che da Montezemolo digrada a Mango e tende le sue diramazioni verso Alba e il Tanaro. Péro è così rimasto, nell’animo, quello che erano tutti i contadini degli anni cinquanta. Nell’animo, dico, perché anche nelle Langhe vi fu quel miglioramento economico che li indusse a trattarsi meno parcamente. Queste poesie rievocano la grande migrazione del primo dopoguerra dalle Langhe alla città di Torino e successivamente quella dalle Langhe ad Alba con la nascita delle grandi industrie albesi; ma possono anche essere riferite alle grandi migrazioni dal meridione al Piemonte. Nel 1946, subito dopo la guerra, pubblicò “Pare e fieul” e nel 1968 “Mia tera”. Nel 1971 una scelta di poesie fu pubblicata con il titolo “Arie langarole” a cura dell’Ente Provinciale per il Turismo di Cuneo. Nel 1975, presso l’editore Viglongo pubblicò “La Trifola”, poemetto didascalico in versi piemontesi tratto dalla traduzione del testo latino di Gian Bernardo Vigo, nato nel 1718 e con alcuni versi suoi aggiunti. Negli anni Settanta “La Bilancia” pubblicò, di Oreste Gallina, la raccolta “Cenere calda”, raccolta di racconti e poesie in lingua e dialetti. Legato da fraterna amicizia a Guido Sacerdote ebbe modo di conoscere e apprezzare personalmente Beppe Fenoglio a cui dedicò un sonetto dopo aver ascoltato la commemorazione dello scrittore albese tenuta dall’avvocato Paolo Frau nella sala consiliare del comune di Alba. Oreste Gallina è stato anche autore teatrale: un suo dramma in tre atti, dal titolo “Tempesta” è stato rappresentato per la prima volta in Torino nel 1930. Ha tradotto dal latino le egloghe di Virgilio e le elegie di Tibullo, volgendo in piemontese anche alcuni canti dell’inferno dantesco. Premiato in più occasioni come autore in lingua piemontese, ha collaborato con periodici e riviste ed è stato tra i fondatori del movimento dei Brandé nel 1927. Morì nel 1985.
RAOUL MOLINARI
Raoul Molinari ha dato molto al nostro territorio e non poteva essere dimenticato. Chi l’ha conosciuto lo ricorda come personaggio singolare, poliedrico ed esuberante, sempre all’attacco, con il piacere forte del vivere. Colto, comunicatore d’istinto, abile nel linguaggio, acuto osservatore, con la sua fantasia sapeva costruire eventi per altri impossibili. Chi poteva pensare di far diventare un cane bastardo, un «taboj», così importante da meritare un monumento? Chi poteva immaginare con ironia gli scapoli di Langa, che non trovavano donne da sposare, reinventando la figura del «bacialé», sensale di matrimoni? Raoul era un uomo che correva avanti nel tempo, e corse per l’intera vita, scollinando per la sua Langa, presente ovunque incitando gente e istituzioni. Luigi Sugliano, scrittore e giornalista , di lui disse: «È stato uno dei grandi padri delle colline. È stato la Langa. Quella più bella, quella più vera, senza troppi lustrini, trucchi, passerelle, luci distorte. Alla Langa ha restituito l’anima, la fantasia, la dolcezza, la malinconia e l’allegria sfrenata, la voglia di combattere». Era nato il 10 giugno 1935, a Mango. Dal 1950 frequentò il liceo classico di Alba e si formò alla scuola del filosofo Chiodi, ma seguì anche Fenoglio, Pavese, e soprattutto si innamorò della poesia di Oreste Gallina, cantore della vita contadina langhese. Nel 1957, a 22 anni, fu eletto presidente della Pro loco di Mango e vi restò fino al 1965. Fu giornalista pungente e originale e scrisse liberamente per tante testate. Nel 1964 fondò il periodico «La bilancia», che diresse fino al 1977. Nel 1979, con Toselli, fondò Telecupole. Diresse Alba Manifestazioni dal 1971 al 1980, con Giacomo Oddero organizzò la Fiera dei vini di Pasqua diventata poi Vinum, e la Fiera di San Martino. Tornò a Mango nel 1985 come presidente dell’Enoteca regionale Colline del moscato, incarico che conservò per 17 anni. È impossibile ricordare tutto. Poco prima della fine, consapevole del suo male, si incontrò ancora con gli amici per mettere in cantiere l’opera omnia del manghese Oreste Gallina: un lavoro che si dovrebbe portare a termine, per far rivivere la memoria di un grande poeta della nostra terra.
Mango fu sede del gruppo di partigiani a cui si unì Beppe Fenoglio, è teatro di diverse vicende raccontate ne Il Partigiano Johnny, nei Frammenti di romanzo ed in Una questione privata.